Basilica di San Domenico - Bologna

La basilica di San Domenico rappresenta, con l'annesso convento, uno dei complessi monumentali di maggior rilievo della città di Bologna.
Il primo nucleo della chiesa fu edificato nel 1238 e nei secoli successivi modificato ed ingrandito. L'intervento maggiormente caratterizzante fu quello eseguito da Carlo Francesco Dotti tra il 1727 ed il 1733, che rimodernò l'intero impianto architettonico della basilica e gli conferì i connotati settecenteschi ora ancora visibili.
Nel 1844 tutto l'interno della chiesa fu ritinteggiato con un diverso assetto cromatico, che ha pesantemente alterato i rapporti cromatici settecenteschi.

L'intervento di restauro, che a partire dal 1995 sta interessando tutta la chiesa, rappresenta l'ultimo ed il più importante intervento a livello globale dopo quello di tinteggiatura del 1844.
Prima di iniziare i restauri le superfici architettoniche interne della chiesa si presentavano in uno stato indecoroso, a causa soprattutto delle abbondanti infiltrazioni di acqua piovana dai tetti (ora risanati), con conseguenti fenomeni di grave deterioramento dei materiali.
Dopo ampi saggi di scoprimento, analisi di laboratorio e ricognizioni su molte parti della chiesa, è stata confermata la storia delle manutenzioni delle superfici interne, dall'epoca della ristrutturazione del Dotti fino ai nostri giorni.
All'epoca del Dotti risale un assetto cromatico ottenuto per tinteggiatura a calce dei supporti in stucco e malta; verdino per l'ornamentazione e grigio "tortora" chiaro per i fondi e le volte. Si è potuto constatare, sulla base dei saggi compiuti, che tali tinteggiature sopravvivevano ancora per larga parte sotto le successive ridipinture e si è quindi optato per il loro recupero.

Gli interventi di restauro, da noi svolti a partire dal 1995, hanno interessato le superfici architettoniche interne del presbiterio, dell'abside, dei transetti, della navata centrale, della parte anteriore delle navate laterali con le attigue cappelle e l'ingresso laterale.
Il primo intervento di restauro è stato intrapreso nella zona presbiteriale poiché resosi necessario a causa di gravi deterioramenti verificatisi particolarmente in tale zona.
Gli interventi di restauro hanno preso in esame, complessivamente, i seguenti materiali: intonaco antico non decorato, stucchi, dipinti murali a secco e ad affresco, elementi lignei e lapidei.

DIREZIONE LAVORI: Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio dell'Emilia

NOTE: Il lavoro è stato eseguito in parallelo con il "Laboratorio degli Angeli" della prof.ssa Maricetta Parlatore.

Abside (1997)

L'abside attuale fu costruita nel XVII secolo e rimodernata, come tutta la chiesa, all'inizio del '700.
All'interno troviamo il ricchissimo coro ligneo di fra Damiano da Bergamo (1541-49) e la grandiosa ancona col trittico di Bartolomeo Cesi (1625).
Il nostro intervento (1997) sui volumi architettonici dell'abside ha permesso, oltre al risanamento di parti pericolanti e gravemente compromesse, di recuperare le cromie settecentesche e di valorizzare le opere d'arte qui custodite.

Presbiterio (1995)

L'intervento ha interessato le superfici ad intonaco, le decorazioni in stucco e le cantorie in legno degli organi.
Questo primo intervento è stato importante perché ci ha permesso di studiare ed analizzare in maniera molto accurata la storia e lo stato di conservazione delle superfici architettoniche, permettendoci di impostare una linea di condotta per un restauro unitario di tutto il volume della basilica.
Durante il restauro sono state portate alla luce pregevoli decorazioni seicentesche ad affresco, che erano state volutamente occultate dall'intervento di ristrutturazione del Dotti all'inizio del '700.

Transetto sinistro - Cappella di San Michele

Nel transetto sinistro si affaccia la cappella di San Michele, eretta dai Pepoli nel secolo XIV, unica testimonianza superstite del periodo gotico della chiesa, risparmiata dall'intervento di ristrutturazione settecentesco.
Il restauro ha valorizzato l'ossatura architettonica della volta gotica e l'antica policromia. A questo periodo appartengono anche la finta vetrata con S.Cristoforo ed un frammento trecentesco rappresentante S.Tommaso e S.Antonio.
Di grande impegno è stato il restauro del monumento a Taddeo Pepoli, opera toscana del '300. Al momento dell'intervento l'opera appariva offuscata da sedimenti di polvere e sporcizia e gravemente deteriorata nella parte inferiore.
Il restauro ha riconsegnato il monumento e l'intera cappella alle cromie originali.

Transetto destro (1997)

L'intervento sugli intonaci antichi e sulle decorazioni in stucco ha recuperato le cromie settecentesche e ha riportato alla loro completa leggibilità due importanti monumenti sepolcrali, uno dei quali ad opera di Angelo Piò (1733).

Cappella del Lippi (2000)

L’intervento è stato significativo per il recupero di una piccola porzione della chiesa che, seppure di piccola estensione, racchiude un’importante opera d'arte: la tavola di Filippino Lippi raffigurante "Le mistiche nozze di Santa Caterina Vergine e Madre".
Questa cappellina presentava, oltre a vecchie manomissioni, assorbimenti igroscopici concentrati soprattutto nella parete di fondo, in prossimità della finestra.

Navate laterali anteriori con relative cappelle (1999)

L' intervento recupera una delle parti più rovinate e manomesse della chiesa. Le navate laterali, di altezza sensibilmente inferiore alla navata centrale, e le piccole cappelline che vi si affacciano si presentavano in uno stato di deplorevole degrado: le zone alte risultavano alterate da infiltrazioni d'umidità e quelle basse manomesse da grossolani interventi di ripresa muraria e pittorica.
Il restauro ha recuperato pienamente le superfici architettoniche, riportando in luce anche antiche cornici ed iscrizioni occultate da ridipinture successive.

Navata centrale (1998)

La navata centrale, così come concepita nella ristrutturazione del Dotti, è di considerevole lunghezza ma ben scandita dalla successione alternata di archi ed architravi, e spezzata al centro da una grande cupola che interrompe la continuità della lunga linea.
Nel 1998 inizia l'intervento di restauro, che permette alla chiesa di riacquistare pienamente i connotati settecenteschi, arricchendosi della luminosità e delle vibrazioni cromatiche con cui era stata concepita.
Il restauro ha inoltre valorizzato i dipinti murali e gli apparati scultorei posti nelle pareti.
Una serie di dieci tempere racchiuse da cornici in stucco ornano gli spazi delle pareti tra una campata e l'altra, mentre la controfacciata è arricchita dalle quattro statue delle Virtù cardinali di Giuseppe Mazza (1728), poste sopra le colonne del portale della chiesa.

Ingresso laterale (2000)

Al momento dell'intervento di restauro le superfici architettoniche del vestibolo della porta laterale erano pesantemente alterate e danneggiate da assorbimenti igroscopici e da alterazioni cromatiche dovute a a precedenti interventi manutentivi.
All'interno di questo ambiente sono racchiusi due importanti monumenti funerari: quello del Tartagli del 1477 ed il sepolcro della famiglia Volta con la statua centrale di San Procolo del XVI secolo: il restauro ha permesso di riportare in luce i diversi elementi lapidei che erano stati occultati da una pesante tinteggiatura.

CAPPELLA DELLE CONFESSIONI (restauro in subappalto - 2003)

Cappelle delle navate laterali (2004)

L' intervento recupera una delle parti più rovinate e manomesse della chiesa. Le cappelline che si affacciano sulle navate laterali si presentavano in uno stato di notevole degrado: le zone alte risultavano alterate da infiltrazioni d'umidità e quelle basse manomesse da grossolani interventi di ripresa muraria e pittorica.
Il restauro ha recuperato pienamente le superfici architettoniche, riportando in luce anche antiche cornici ed iscrizioni dipinte occultate dalle ridipinture successive.

Il restauro ha interessato in particolare gli intonaci e le decorazioni in stucco, riportando in luce le cromie settecentesche e il modellato occultato da numerose e incongrue tinteggiature.
Dopo le operazioni di descialbo per rimuovere le tinteggiature successive, sono state eseguiti i consolidamenti dell’intonaco alla struttura muraria portante, atti ad assicurare la completa stabilità degli stessi. Gli intonaci compromessi irrimediabilmente dall’umidità e le zone di rifacimento sono state ricostruite con un intonaco a calce simile per colore e granulometria all’originale. in queste zone sono state riproposte le cromie settecentesche recuperate dallo scialbo delle parti restanti, mediante velature a calce successive.
Le decorazioni in stucco sono state anch’esse ripulite e consolidate e ricostruite nelle parti geometriche ripetitive.

Cappelle denominate "CASALI" e "DELL’INQUISIZIONE" (2006)

La cappella "Casali" fu costruita all'inizio del XVI secolo. La ristrutturazione del Dotti alla metà del XVIII secolo, stravolgendo l'impianto della chiesa, causò l'occultamento della cappella e l'utilizzo per usi secondari. Solo dopo l’intervento di restauro, che ha rimosso le tinteggiature successive, sono riemerse le decorazioni ad affresco cinquecentesche che ornavano il soffitto e le pareti della cappella, riportando l’ambiente alla sua connotazione originaria.

La cappella denominata "dell’Inquisizione" è stata decorata dal Viviani tra il 1669 ed il 1679 con riprese più tarde fino al 1728. Tutta l’ambiente, lanternino compreso, è completamente dipinto a finte architetture ed ornati fitoformi, a culminare con la raffigurazione centrale posizionata sopra l’altare, racchiusa da una cornice anch’essa dipinta.